Cultura

Quell’embrione di movimento

Il fronte dell’astensione non vuole disperdere il patrimonio di questi mesi, fatto di 350 comitati locali e di migliaia di aderenti.

di Ettore Colombo

Edoardo Patriarca, istituzionalmente portavoce del Forum del terzo settore ma in questi mesi anche del comitato astensionista (sui referendum procreativi) Scienza&Vita, racconta che «il comitato resterà in campo. Io penso a una fondazione, altri ad altro ma certo è che sulla vita e sui grandi temi che riguardano l?uomo e la sua natura il comitato resterà in campo». Anche Luisa Santolini, presidente del Forum delle Famiglie, che raccoglie oltre 40 associazioni e che è stata, con Patriarca, l?altra portavoce del comitato, conferma: «Ce lo chiedono i 350 comitati locali, le migliaia di email e di telefonate al giorno che riceviamo». «Forse sarà una fondazione, forse», come spiega a Vita il responsabile media del comitato, l?attivissimo vicedirettore di Avvenire, Mimmo Delle Foglie, «sarà qualcosa di totalmente diverso, nuovo, almeno nelle forme». Il primo punto, affatto scontato, è la polemica verso i media. Patriarca la fa in modo sommesso, la Santolini no. «La rappresentazione della società civile fatta dai media dell?apparato economico, del mondo culturale e dello spettacolo laicista che s?è schierato più contro di noi che per il Sì, oggi deve fare i conti con un?Italia che non c?è. I Veronesi, i Bonolis, le Ferilli mi chiedo in che Paese vivono. Forse è il caso che si facciano un esame di coscienza», dice Patriarca. Per la Santolini c?è qualcosa di più: «Trasmissioni come Porta a Porta, giornali come il Corriere della Sera ci hanno scientemente oscurato invitando solo i politici e non la società civile oppure cercando ed esaltando dissensi, all?interno del mondo cattolico e associativo, inesistenti. Eravamo tutti convinti e compatti non perché siamo soldatini ubbidienti nelle mani di Ruini ma perché eravamo convinti da tempo di questa battaglia. Un battaglia di valori, non di fede, che ha aggregato cattolici e laici intorno a questioni fondamentali. Sui temi della bioetica resteremo uniti, sul resto vedremo». E questo riguarda il comitato in quanto tale. Ma per quanto riguarda l?aggregazione e la ricomposizione del mondo cattolico, in primis quello associativo, cosa accadrà? La Santolini innanzitutto si stupisce che «troppi, a sinistra, non si siano accorti che da molto tempo stava accadendo qualcosa. L?esperienza di Reti in opera, l?incontro di Loreto tra Ac e Cl dell?estate scorsa (?l?estate dei movimenti?, appunto), persino il movimento della pace, col Papa alla sua testa, diceva molto, bastava saperlo leggere». Ma in quel caso, come spiega un osservatore acuto, oltre che un protagonista di questa battaglia come Mimmo Delle Foglie, «troppa gente, a sinistra, nei Ds come negli ambienti prodiani continua a credere che l?unico cattolicesimo possibile e accettabile sia quello ?democratico?. Peccato che quell?esperienza, vecchia di trent?anni, di fatto non esista più. Oggi è in campo, e da tempo, un?altra forma di cattolicesimo che io definisco ?popolare?: coinvolge stili, carismi e movimenti diversi e anche gelosi della propria originalità e autonomia che hanno maturato però il convincimento che sui temi dei valori, della difesa della vita, bisogna stare assieme per avere più forza e anche per vincere battaglie bellissime come questa». E sul resto? «Sul resto si vedrà caso per caso», risponde prudente Delle Foglie, «ma credo che la scelta del bipolarismo i cattolici l?abbiano introiettata dal Concilio Vaticano II. Non serve che presunti cattolici adulti ce lo ricordino ogni piè sospinto». Il riferimento è, naturalmente, a Prodi. «Ci chiamano moderati ma chiediamo scelte forti sui valori», dice la Santolini, pronta ad ammonire «la classe politica a ascoltare di più la società civile». «Non faremo i gregari di nessuno. Non è nata una nuova falange cattolica fondamentalista», ci tiene a sottolineare Patriarca, «ma l?unità d?intenti di mondi in movimento che, su questi temi, dovrebbe essere patrimonio di tutti». Quali i prossimi impegni che la ?stagione dei movimenti cattolici? si sente pronta ad affrontare? Qui le risposte divergono. Per la Santolini «la difesa dei valori della famiglia e il valore sociale della maternità», per Patriarca «pace, solidarietà, welfare, immigrati, diritti». Per il presidente del Movimento cristiano dei lavoratori, Carlo Costalli, «anche il tema del lavoro e della sua riforma ci vede molto meno distanti di quello che si crede. Il segretario della Cisl Pezzotta e le battaglie che conduce sono un punto di riferimento per molti di noi, dalle Acli a Cl». Costalli ha anche il coraggio di esporsi e dire quello che qualcuno pensa ma ancora non vuole dire: «Fin quando ci sarà questo bipolarismo la situazione politica non si sblocca ma la politica sui valori la possono fare anche i singoli leader. C?è chi, come Casini e Rutelli, ha voluto farlo e con coraggio, altri no. La differenza l?abbiamo notata. E in ogni caso la voglia di fare politica è tornata a molti». Patriarca, che non ha timore a dichiarare le sue simpatie per il centrosinistra, vuole spronare tutti a «una grande riflessione sulla laicità, tra i laici e tra i cattolici» ma all?Unione chiede «di aprire una grande discussione sul futuro del Paese e di smetterla con la guerra dei fax pro o contro qualcuno». L?invito è intelligente e colpisce nel segno ma a leggere i primi segnali, rischia di cadere, per l?ennesima volta, nel vuoto. Dopo il referendum, i cattolici si riorganizzano, nel comitato Scienza&Vita e fuori, e la sinistra che farà?


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